L’agricoltura è l’arte
di coltivare i campi e, più in generale, è una forma di
collaborazione tra l’uomo e i regni di natura: animali, piante,
minerali.
Una grande opportunità è donata all’uomo: la conoscenza di apertura senza pari, in quanto, in questo contesto di lavoro, l’uomo, ha la possibilità di
essere direttamente al servizio della Vita.
La terra su cui viviamo è
un organismo vivente in relazione con il cosmo, quindi, gli esseri
che la popolano, in un pensiero olistico che ne prende l’insieme,
sono anch’essi collegati con il Tutto, con il cosmo intero. Ecco
delineata la grande opportunità: se un individuo è dipendente di un'
azienda dovrà conoscere le leggi di produzione e di mercato dell'azienda stessa per poter collaborare; lo stesso vale per un agricoltore
che è dipendente della Vita stessa.
Questo pensiero
presuppone uno studio per capire le modalità con cui la Natura
dialoga, che in pratica si traduce in una costante osservazione del
principio della forma, dei processi e delle relazioni tra gli esseri
viventi ed il loro rapporto con la vita diffusa del cosmo.
Il secondo punto a cui
l’agricoltore è chiamato è la responsabilità. La responsabilità
nei confronti delle specie coltivate, delle razze allevate e del mantenimento
dell’ordine delle leggi che guidano queste specie.
Nel dettaglio, la nostra pratica agricola consiste in:
- lavori manuali o di
meccanizzazione non invasiva nei confronti del suolo, unito all’uso
della pacciamatura con l’obiettivo di innescare le forze e i
processi di fertilizzazione e humificazione.
- studio della forma della
pianta e delle consociazioni.
- utilizzo di preparati
biodinamici o omeopatici perlopiù di nostra produzione, utilizzati
come armonizzatori ed equilibratori dell’insieme, sostituendo le
azioni antagoniste.
- coscienti del fatto che
in un ecosistema sano si sviluppa una pianta sana, le nostre
attenzioni non si limitano alla cura delle culture, ma includono il
miglioramento dell’ambiente circostante.
- nel caso, molto raro, di
forti attacchi di parassiti si lavora sempre per prima cosa sul
riequilibrio, ammettiamo in ultima analisi l’uso di preparati
biologici ad azione diretta (anche se fino ad ora, nelle parcelle in cui operiamo, non vi è mai stata
la necessità); nel caso di attacco, siamo consci del fatto che in questa situazione si stia
presentando una logica naturale che fino ad allora non avevamo visto, né osservato,
quindi questa si dovrà studiare per la sua comprensione.
Sappiamo che l’uomo è composto
da un corpo fisico, da un metabolismo che lo vivifica, da un corpo
animico (volitivo-emotivo-mentale) ed uno coscienziale: lo stesso
vale per l’organismo terrestre, sostanziato dal cosmo, e le sue
manifestazioni. L’agricoltore cosciente può scegliere gli
strumenti per interagire con le diverse dimensioni della terra ed è
chiamato a inserirsi ed unirsi con le Coscienze che le coordinano.
Ogni volta che
l’agricoltore scende in campo può scegliere se essere tiranno o
terapeuta, può scegliere se imporre le proprie logiche o ascoltare e
collaborare.